domenica 16 dicembre 2012
sabato 8 dicembre 2012
Curiosità sul marchio dell' Agip
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Unknown


Dal quotidiano cremonese "La provincia " del 31 ottobre 2012
Enrico Mattei, il 'Cane a sei zampe'
Il 27 ottobre 1962, a Bascapè in provincia di Pavia, l’aereo su cui viaggiava Enrico Mattei esplose in volo: morirono tutti gli occupanti, compreso il ‘padre’ dell’Eni che più di cinquant’anni fa riuscì a puntare i riflettori di tutto il mondo su un piccolo paese della Pianura Padana: Cortemaggiore.
Uno stretto legame, quello fra l’imprenditore marchigiano e Cortemaggiore, che partì nel 1949 quando venne trovato un giacimento petrolifero. In realtà si trattava di una riserva non particolarmente rilevante rispetto al fabbisogno energetico nazionale, ma rappresentò comunque la svolta: le azioni dell’Agip, di cui il governo aveva deciso la messa in liquidazione affidata proprio al commissario Mattei, salirono a valori senza precedenti e l’Italia distrutta dalla guerra si convinse di aver trovato finalmente un motivo di riscatto.
Uno stretto legame, quello fra l’imprenditore marchigiano e Cortemaggiore, che partì nel 1949 quando venne trovato un giacimento petrolifero. In realtà si trattava di una riserva non particolarmente rilevante rispetto al fabbisogno energetico nazionale, ma rappresentò comunque la svolta: le azioni dell’Agip, di cui il governo aveva deciso la messa in liquidazione affidata proprio al commissario Mattei, salirono a valori senza precedenti e l’Italia distrutta dalla guerra si convinse di aver trovato finalmente un motivo di riscatto.
Anche il governo, di De Gasperi, consacrò Mattei e decise per la creazione di un ente che avrebbe coordinato tutte le politiche energetiche del Paese: l’Eni. Il petrolio italiano divenne presto la ‘Supercortemaggiore, potente benzina italiana’ e venne ideato l’inconfondibile marchio col cane a sei zampe. Ma il nome di Cortemaggiore salì alla ribalta anche nel 1950.
Il 3 ottobre di quell’anno si verificò un primo incidente con l’eruzione del pozzo numero 18: stava per essere attrezzato per la produzione quando, alle ore 13.45 forse a causa di una valvola guasta, con un violento rombo fuoriuscì un altissimo getto di gas e fango. «Il gas misto a gasolina e a sabbia usciva ad una pressione di circa 150 atmosfere con un sibilo assordante — raccontò uno degli operai che si recarono subito sul posto —. Tutto intorno si respirava gas e chi si avvicinava era costretto a bendarsi per evitare bruciature sulla pelle ed irritazioni agli occhi, inoltre bisognava infilarsi nelle orecchie cilindri di garza imbevuti di vaselina bianca, per sopportare il terribile rumore». A Cortemaggiore, per domare l’eruzione, arrivò dagli Stati Uniti l’esperto Miron Kenley.
Il pozzo si spense 24 giorni dopo, ma nel di cembre dello stesso anno ci fu un secondo incidente ancora più storico: si incendiò il pozzo numero 21 situato in località Bersano. «Già a 150 metri di distanza la temperatura era insopportabile— ricordò un altro veterano dell’Agip —. L’esplosione mandò in frantumi i vetri delle case della zona. Nei giorni successivi arrivarono da tutte le parti per assistere a quell’insolito spettacolo: la lingua di fuoco che contrastava con il cielo».
A Cremona fu addirittura necessario chiudere l’accesso al Torrazzo: la gente si affollava per salire e vedere dall’alto la spettacolare eruzione nel Piacentino. Kinley venne richiamato d’urgenza e il pozzo venne domato solo 67 giorni dopo. Ma quanto accaduto dimostrò ancora una volta - almondo intero - che anche l’Italia disponeva di giacimenti. La figura di Mattei continuava a diventare sempre più importante, anche a livello politico, tanto da essere considerato ‘un uomo che dava fastidio’.
La sua strategia era infatti volta a spezzare il monopolio delle cosiddette ‘sette sorelle’: voleva ristabilire nuovi rapporti tra i Paesi industrializzati e le basi partivano proprio dai giacimenti di Cortemaggiore. Secondo molti è per questa ragione che fu ucciso. Inizialmente l’incidente aereo di Bascapè venne considerato un semplice incidente, ma il caso fu riaperto negli anni ‘90 anche grazie ad alcune dichiarazioni di un ‘pentito’ di mafia, Gaetano Ianni. Secondo lui per l’eliminazione di Mattei ci fu un accordo tra non meglio identificati ‘americani’ e Cosa nostra. A cinquant’anni dalla morte, però, ci sono ancora misteri, mezze verità e supposizioni.
Elisa Calamari
Il 3 ottobre di quell’anno si verificò un primo incidente con l’eruzione del pozzo numero 18: stava per essere attrezzato per la produzione quando, alle ore 13.45 forse a causa di una valvola guasta, con un violento rombo fuoriuscì un altissimo getto di gas e fango. «Il gas misto a gasolina e a sabbia usciva ad una pressione di circa 150 atmosfere con un sibilo assordante — raccontò uno degli operai che si recarono subito sul posto —. Tutto intorno si respirava gas e chi si avvicinava era costretto a bendarsi per evitare bruciature sulla pelle ed irritazioni agli occhi, inoltre bisognava infilarsi nelle orecchie cilindri di garza imbevuti di vaselina bianca, per sopportare il terribile rumore». A Cortemaggiore, per domare l’eruzione, arrivò dagli Stati Uniti l’esperto Miron Kenley.
Il pozzo si spense 24 giorni dopo, ma nel di cembre dello stesso anno ci fu un secondo incidente ancora più storico: si incendiò il pozzo numero 21 situato in località Bersano. «Già a 150 metri di distanza la temperatura era insopportabile— ricordò un altro veterano dell’Agip —. L’esplosione mandò in frantumi i vetri delle case della zona. Nei giorni successivi arrivarono da tutte le parti per assistere a quell’insolito spettacolo: la lingua di fuoco che contrastava con il cielo».
A Cremona fu addirittura necessario chiudere l’accesso al Torrazzo: la gente si affollava per salire e vedere dall’alto la spettacolare eruzione nel Piacentino. Kinley venne richiamato d’urgenza e il pozzo venne domato solo 67 giorni dopo. Ma quanto accaduto dimostrò ancora una volta - almondo intero - che anche l’Italia disponeva di giacimenti. La figura di Mattei continuava a diventare sempre più importante, anche a livello politico, tanto da essere considerato ‘un uomo che dava fastidio’.
La sua strategia era infatti volta a spezzare il monopolio delle cosiddette ‘sette sorelle’: voleva ristabilire nuovi rapporti tra i Paesi industrializzati e le basi partivano proprio dai giacimenti di Cortemaggiore. Secondo molti è per questa ragione che fu ucciso. Inizialmente l’incidente aereo di Bascapè venne considerato un semplice incidente, ma il caso fu riaperto negli anni ‘90 anche grazie ad alcune dichiarazioni di un ‘pentito’ di mafia, Gaetano Ianni. Secondo lui per l’eliminazione di Mattei ci fu un accordo tra non meglio identificati ‘americani’ e Cosa nostra. A cinquant’anni dalla morte, però, ci sono ancora misteri, mezze verità e supposizioni.
Elisa Calamari
La curiositàLe perforazioni ordinate da Enrico Mattei per cercare il petrolio in Val Padana furono migliaia, ma la svolta arriva il 13 giugno 1949, quando il Corriere d’informazione titola: «Scoperti in Val Padana vasti giacimenti di petrolio - Sprizza l’oro nero da una profondità di circa 1500 metri, a poche decine di chilometri da Milano - Un sopralluogo del ministro delle Finanze Vanoni - In programma la costruzione di grandi raffinerie». Nel borgo magiostrino arrivarono numerosi esperti e politici. A Cortemaggiore, invitato dallo stesso Mattei, arrivò anche il presidente del consiglio De Gasperi: era il 23 aprile 1950. Il 12 giugno di due anni dopo l’imprenditore del cane a sei zampe ricevette dal Comune piacentino la cittadinanza onoraria. Un ringraziamento per aver portato in tutto il mondo il nome di Cortemaggiore, anche attraverso il famosissimo nome della benzina: la mitica ‘Supercortemaggiore’.
domenica 28 ottobre 2012
Pioggia e sole
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Unknown


Pioggia,
con scrosci rabbiosi e gelati.
Rattristi subito il cuore,
non fai più sentire l'allegria.
Con il sole si è più spensierati,
tu pioggia
ci fai pensare.
Con l'uno si gioca,
si ride;
con te si tace,
si riflette.
Così da sempre
con l'acqua e con il sole
s'alterna la vita .
(Rita B.)
Primavera
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Unknown


Con il tuo arrivo
sento il profumo dei fiori
con i suoi colori.
La notte
la luna e le stelle van via.
Senza malinconia.
Il vento che mormora tra gli alberi
si unisce
al giorno che nasce.
L'alba è vicina,
il cielo si tinge di azzurro.
Allora vorrei sognare :
vorrei che i vecchi
non piangessero mai,
i bimbi sorridessero felici,
i giovani non avessero alcun male
e tutti si potessero amare.
(Rita B.)
sabato 15 settembre 2012
Piango
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Unknown


|
Scende la notte,
le stelle del firmamento in compagnia dell'amica luna
fanno volare la mia fantasia.
Non dormo,
penso ai tuoi profondi occhi,
non mi vedono,
non mi cercano.
Piango,
lacrime brucianti
mi solcano il viso,
mentre ti immagino
mio lontanissimo amore.
Piango
perché ti ho amato
mio grande amore,
perché ti ho perso
mio grande amore.
(R.B)
domenica 9 settembre 2012
Bocciolo di rosa
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Unknown


sfogliarne i petali,
trattenere tra le mani
Come se fosse
il tuo cuore.
Sentirlo palpitare
all'unisono con il mio.
(R.B.)
martedì 21 agosto 2012
Il tuo dono : la vita
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Unknown


nella tua ora più dolce
mi hai concepito in quel campo di grano.
Intorno a te
la terra aleggiava furiosa
con il profumo delle spighe mature
e il chiarore dell'estate.
Con orgoglio hai sfidato gli sguardi.
Mi hai portato e cullato
nel tuo grembo.
Mi hai protetta come una perla rara,
di questo te ne sono grata.
Ora le tue membra sono stanche,
il capo imbiancato,
ma non temere d'invecchiare !
Sarò io a cullarti sino a far sentire te
una perla rara.
Come quando eri una giovane donna .
(Rita B.)
sabato 9 giugno 2012
sabato 2 giugno 2012
Soncino,12 maggio 1802
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Unknown


Un po' di storia su Soncino
....................Il terremoto del 1802.................
-La seguente notizia è stata tratta dalla testata giornalistica di " La Provincia " del 30 Agosto 1962 e la riporto testualmente con parole scritte nell'articolo ( di cui non si sa dell'autore di allora ) per quanto mi ha molto colpita il ricreare l'atmosfera terrificante e sconvolgente di quel giorno . -
Il governo del tempo stanziò a favore delle località una somma pari 75 milioni attuali (siamo nel '68 !), ma non bastarono per le ricostruzioni .
GENIVOLTA,29 -La mattina del 12 maggio 1802, alle 10,37, le popolazioni della vasta zona avente come vertici Genivolta, Bordolano, Romanengo e Soncino vennero strappate alle loro normali occupazioni da un avvenimento insolito e pauroso: tra lampi e tuoni la terra sussultava !
In uno scenario da Apocalisse, tra muri paurosamente incrinati e boati impressionanti, tra calcinacci dissolventi in nugoli di polvere ed infidi squarci che si aprivano nel terreno , trentamila persone si riversarono nelle strade e nelle piazze dei borghi e dei paesi della zona colpita, urlando, piangendo e pregando. Un paio di minuti appresso la scossa tellurica si ripetè ed anche i meno paurosi, quelli che avevano avuto il coraggio di dominare l'orgasmo del momento per arrabattare, alla meno peggio, coperte, viveri, ed indumenti, furono costretti a lasciare le loro case ed a fuggire davanti al spaventoso fenomeno.
Da ogni località una marea impressionante di gente terrorizzata si riversò verso l'aperta campagna.
Alle ore 11.02 si ebbe la terza scossa che fu di una intensità tripla di quelle che l'avevano preceduta. I fuggiaschi, gettati a terra dal sussultare del suolo, avvertirono all'interno degli abitati lo schianto dei primi crolli.Ad aggravare la situazione, verso mezzogiorno cadde una pioggia torrenziale che investì i sinistrati con un inaudita violenza.
Un testimone oculare, il signor Giambattista Della Volta, così descrisse in una lettera alla sorella quei terrificanti momenti:
<< Abbiamo sofferto un terremoto violentissimo con nell'aria lampi e fuoco. Tutti evasero dalle mura, i più calandosi da quelle, per non passare sulle crollate volte dei fradici portoni. La terra si fessurò tutta e si alzò globo a globo, lasciando una densa nebbia di polvere. Il fiume Oglio si prosciugò come per incanto ed alcuni cavi si inaridirono mentre si vide da altri sbalzar fuori le acque ; si sentirono inoltre dei rumori sotterranei che assomigliavano a colpi di cannone. La popolazione intera fu allo scoperto sotto una pioggia direttissima ! >>
Affamati e gementi, coperti di fango e inzuppati di acqua, con negli occhi il terrore dell'ineluttabile e nelle membra il tremore dell'incubo, gli scampati vissero per sei giorni nella drammatica atmosfera di quella calamità.Quando infine gli elementi parvero placarsi, alcuni ardimentosi entrarono negli abitati. Al loro ritorno, le notizie sulle conseguenze del tragico avvenimento si diffusero in tutti gli accampamenti in tutti i bivacchi suscitando un disperato sbigottimento.
A Genivolta, dodici case erano franate al suolo, la chiesa era pericolante ed un'infinità di altre costruzioni presentava ferite tali da far supporre l'abbattimento. A Soncino, il campanile Della Pieve aveva perso la guglia ed era rovinosamente caduto nella piazza sottostante. A Villacampagna, il campanile si S. Bernardo si era frantumato e giaceva a pezzi sul sagrato.
Metà delle case di Gallignano erano pericolanti ed inabitabili, mentre il tempio di Santa Maria di Villavetere si era trasformato in un mucchio di rovine. A Romanengo la chiesa parrocchiale più non esisteva ed un intero quartiere di abitazioni era franato al suolo. Danni ingenti avevano anche subito Casaletto di Sopra, Casalbutano, Ticengo, Bordolano, Melotta, Salvirola e Cumignano sul Naviglio.
Si era allora in pieno periodo napoleonico e la zona colpita dal sinistro dipendeva dalla Repubblica Cisalpina.
Tutte le località sinistrate facevano parte del Distretto XI (che aveva Crema come capoluogo ). Il Governo, resosi conto della gravità dell'accaduto, stanziò a favore degli sfortunati paesi la somma di 150 mila lire milanesi, pari a 75 milioni attuali, che non furono comunque sufficienti a riparare i danni.
Alle ingenti perdite causate ai beni immobili, si unirono poi quelli derivati dalla mancata produzione, specialmente nel campo dei bozzoli. Tutta la zona attraversò quindi un grave periodo di crisi che portò miseria e fame. Dieci anni appresso, le ferite erano state comunque risanate del pauroso avvenimento del 12 Maggio 1802 non rimane che il triste e doloroso ricordo.
Fonte dall'archivio storico della "La provincia di Cremona "
Sempre sul quotidiano "La provincia di Cremona " il 3 dicembre 1988 viene pubblicato questo articolo, circa 20 anni dopo (19 per l'esattezza), dove riporto alcuni screen :
Da Wikipedia...
Nel secolo scorso il terremoto infuriò anche nel cremonese.La scossa tellurica ebbe come vertici Genivolta, Bordolano, Romanengo e Soncino.
Il governo del tempo stanziò a favore delle località una somma pari 75 milioni attuali (siamo nel '68 !), ma non bastarono per le ricostruzioni .
GENIVOLTA,29 -La mattina del 12 maggio 1802, alle 10,37, le popolazioni della vasta zona avente come vertici Genivolta, Bordolano, Romanengo e Soncino vennero strappate alle loro normali occupazioni da un avvenimento insolito e pauroso: tra lampi e tuoni la terra sussultava !
In uno scenario da Apocalisse, tra muri paurosamente incrinati e boati impressionanti, tra calcinacci dissolventi in nugoli di polvere ed infidi squarci che si aprivano nel terreno , trentamila persone si riversarono nelle strade e nelle piazze dei borghi e dei paesi della zona colpita, urlando, piangendo e pregando. Un paio di minuti appresso la scossa tellurica si ripetè ed anche i meno paurosi, quelli che avevano avuto il coraggio di dominare l'orgasmo del momento per arrabattare, alla meno peggio, coperte, viveri, ed indumenti, furono costretti a lasciare le loro case ed a fuggire davanti al spaventoso fenomeno.
Da ogni località una marea impressionante di gente terrorizzata si riversò verso l'aperta campagna.
Alle ore 11.02 si ebbe la terza scossa che fu di una intensità tripla di quelle che l'avevano preceduta. I fuggiaschi, gettati a terra dal sussultare del suolo, avvertirono all'interno degli abitati lo schianto dei primi crolli.Ad aggravare la situazione, verso mezzogiorno cadde una pioggia torrenziale che investì i sinistrati con un inaudita violenza.
Un testimone oculare, il signor Giambattista Della Volta, così descrisse in una lettera alla sorella quei terrificanti momenti:
<< Abbiamo sofferto un terremoto violentissimo con nell'aria lampi e fuoco. Tutti evasero dalle mura, i più calandosi da quelle, per non passare sulle crollate volte dei fradici portoni. La terra si fessurò tutta e si alzò globo a globo, lasciando una densa nebbia di polvere. Il fiume Oglio si prosciugò come per incanto ed alcuni cavi si inaridirono mentre si vide da altri sbalzar fuori le acque ; si sentirono inoltre dei rumori sotterranei che assomigliavano a colpi di cannone. La popolazione intera fu allo scoperto sotto una pioggia direttissima ! >>
Affamati e gementi, coperti di fango e inzuppati di acqua, con negli occhi il terrore dell'ineluttabile e nelle membra il tremore dell'incubo, gli scampati vissero per sei giorni nella drammatica atmosfera di quella calamità.Quando infine gli elementi parvero placarsi, alcuni ardimentosi entrarono negli abitati. Al loro ritorno, le notizie sulle conseguenze del tragico avvenimento si diffusero in tutti gli accampamenti in tutti i bivacchi suscitando un disperato sbigottimento.
A Genivolta, dodici case erano franate al suolo, la chiesa era pericolante ed un'infinità di altre costruzioni presentava ferite tali da far supporre l'abbattimento. A Soncino, il campanile Della Pieve aveva perso la guglia ed era rovinosamente caduto nella piazza sottostante. A Villacampagna, il campanile si S. Bernardo si era frantumato e giaceva a pezzi sul sagrato.
Metà delle case di Gallignano erano pericolanti ed inabitabili, mentre il tempio di Santa Maria di Villavetere si era trasformato in un mucchio di rovine. A Romanengo la chiesa parrocchiale più non esisteva ed un intero quartiere di abitazioni era franato al suolo. Danni ingenti avevano anche subito Casaletto di Sopra, Casalbutano, Ticengo, Bordolano, Melotta, Salvirola e Cumignano sul Naviglio.
Si era allora in pieno periodo napoleonico e la zona colpita dal sinistro dipendeva dalla Repubblica Cisalpina.
Tutte le località sinistrate facevano parte del Distretto XI (che aveva Crema come capoluogo ). Il Governo, resosi conto della gravità dell'accaduto, stanziò a favore degli sfortunati paesi la somma di 150 mila lire milanesi, pari a 75 milioni attuali, che non furono comunque sufficienti a riparare i danni.
Alle ingenti perdite causate ai beni immobili, si unirono poi quelli derivati dalla mancata produzione, specialmente nel campo dei bozzoli. Tutta la zona attraversò quindi un grave periodo di crisi che portò miseria e fame. Dieci anni appresso, le ferite erano state comunque risanate del pauroso avvenimento del 12 Maggio 1802 non rimane che il triste e doloroso ricordo.
Fonte dall'archivio storico della "La provincia di Cremona "
Sempre sul quotidiano "La provincia di Cremona " il 3 dicembre 1988 viene pubblicato questo articolo, circa 20 anni dopo (19 per l'esattezza), dove riporto alcuni screen :
Da Wikipedia...
Terremoto di Soncino
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Terremoto di Soncino
Data
| |
Ora
|
9:30
|
dintorni di Soncino
| |
Intensità Mercalli
|
8÷9
|
Vittime
|
2
|
Il terremoto di Soncino fu un evento sismico avvenuto il 12 maggio 1802, con intensità pari a 8÷9 gradi della scala Mercalli[1].
A Orzinuovi si ebbero i danni maggiori[4] con danni su 400 degli oltre 500 edifici del centro abitato. Si ebbero crolli nelle chiese di San Domenico, di San Francesco, nella Chiesa della Madonna, nell’Ospedale dei Poveri e nel convento di Santa Chiara.
A Soncino[5] si rilevarono danni alla chiesa parrocchiale, alla chiesa di San Giacomo, alla chiesa di Santa Maria delle Grazie, con il crollo di un’arcata, alla chiesa di San Bernardo, cui crollò parte del campanile. A Soncino si ebbero anche 2 morti[6] (oppure 2 feriti molto gravi[7]). Baracche di legno improvvisate accolsero la popolazione che si dedicò a pratiche devozionali e penitenziali.[8]. Danni furono rilevati anche nella frazione di Gallignano e nel comune di Ticengo.
A Romanengo crollò la chiesa parrocchiale[9], tanto che venne ricostruita ex novo dopo pochi anni.
Si ebbero danni anche a Crema, con fenditure e crepe nella Cattedrale, nell’Arco del Torrazzo, nella chiesa di San Bernardino; crolli al campanile del santuario di Santa Maria delle Grazie, le cappelle della basilica di Santa Maria della Croce furono scoperchiate[10].
Una fenditura si ebbe nel territorio di Credera Rubbiano con fuoriuscita di abbondate acqua.
La scossa fu avvertita distintamente anche a Lodi, Cremona e Brescia. Altre scosse si susseguirono fino al 24 giugno dello stesso anno.
sabato 5 maggio 2012
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Unknown


In occasione della gara provinciale di quest'anno presento in anteprima i trofei per i finalisti .
Come sempre i premi sono all'altezza della situazione !!!
Inizio gara il lunedì 7 alle 20.30 e le finali si disputeranno nella giornata di domenica 13 maggio con a seguito un piccolo rinfresco per i giocatori che resteranno con noi ...
In bocca lupo a tutti i partecipanti : gara riservata alla 3° e 2° categoria ,128 giocatori , italiana ,100 punti !
Vincitori di batteria del 7 Maggio :
- Segato (Bet Club)
- Grassi ( Scacco matto )
- Braga ( Nautilus )
Vincitori di batteria del 8 Maggio :
- Bardon (Il biliardo)
- Nobilini M. ( il biliardo)
- Ferrari (Leonessa)
Vincitori di batteria del 9 maggio :
- Lanzani (Il biliardo)
- Bramè (Leonessa)
- Zaccagnini (Leonessa)
Vincitori di batteria del 10 Maggio:
- Bracchi (Il biliardo)
- Marini (Hollywood)
- Piscini (Hollywood)
- Sansò (Vezzola)
- Fappani (Nuova Accademia)
- Alberti (Sporting)
- Venturini
Vincitori di batteria del 12 Maggio :
- Scalvenzi (Retrò)
- Franzoni (Scacco matto)
- Papa (Scacco Matto)
Girone finale :
mercoledì 25 aprile 2012
Il tuo ricordo
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Unknown


Mi assale come un turbine,
s'insinua sottile
Vorrei giocare,
abbandonarmi
alla magia delle sensazioni,
all'odore della tua pelle,
ai sapori del tuo corpo.
Immergermi
nella parte segreta di te.
Concedermi la libertà
di perdermi nel desiderio,
nel piacere.
Entrare
nel giardino segreto
delle tue emozioni.
(Rita B.)
La forza dell' amore
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Unknown


La forza dell'amoreè una tempesta,un vento impetuoso,un tornadoche scoppiandola scaglia più in altoe lontana.
(Rita B.)
Tramonto
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Unknown


Mi abbandono lentamente
al tuo volere.
M'immergo nell'aria blu della notte.
Ascolto il respiro del vento
che anela fra le fronde degli alberi ,
mentre fuori sul giardino,
in completo riposo
La città come distesa di velluto scuro,
trapunto di luci,
si offre
al chiarore del cielo
infiammato dal tramonto.
(Rita B.)
giovedì 19 aprile 2012
martedì 10 aprile 2012
Notte in riva al mare
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Unknown


in riva al mare
mi permetti di sognare.
La luna splende alta,
l'onda avanza,
bianca e spumeggiante.
La cresta
si ferma un attimo incantata,
s'infrange poi superba sulla riva.
Ne giunge un'altra ancora,
E' dolce canto
il mare che respira...
Io affascinata
resto sino all'aurora.
(Rita B.)
lunedì 26 marzo 2012
Emozioni
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Unknown


riprovare l'emozione che sente l'anima
quando vede spuntare la prima stella.
Mentre il silenzio abbraccia la terra,
la notte avanza,
vederla ripetersi in altre stelle
con riflessi diversi
ma con un'unica anima.
E' come una giornata fulgida di sole,
come una notte illuminata
dai raggi trasparenti della luna.
(Rita B.)
lunedì 23 gennaio 2012
La favola della botte: Rocca di Soncino – Fortezza dei duchi di Milano
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Unknown


Qualche nozione storica sulla rocca di Soncino .....seguite il link qui sotto !!!
La favola della botte: Rocca di Soncino – Fortezza dei duchi di Milano
La favola della botte: Rocca di Soncino – Fortezza dei duchi di Milano
venerdì 13 gennaio 2012
A mia madre...
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Unknown


Il tempo non cancellerà la tua bellezza,
nè ti sfioreranno le lacrime e gli affanni.
ma più ti guardo più mi sembri bella.
Non c'è un tuo sguardo, un tuo sorriso
che non mi tocchi dolcemente il cuore.
Se fossi un pittore
farei di tutta la tua vita un ritratto.
Vorrei ritrarti quando chini il viso
affinchè io baci la tua chioma bianca,
o quando, malata e stanca nascondi il tuo dolore
sotto un sorriso.
la mia vita con la tua,
darti tutto il vigore dei miei anni,
veder me da vecchia,
e te, dal sacrificio mio ringiovanita.
(Rita B.)
Arcobaleno
Pubblicato da
Unknown


come un fulmine a ciel sereno
e ho visto un arcobaleno
dai colori neri.
Aspetto il tuo ritorno,
per poter vedere
un arcobaleno dai mille colori.
Dimenticare
che mi sei mancato.
che mi sei mancato.
(Rita B.)
mercoledì 4 gennaio 2012
Cuore solitario
Pubblicato da
Unknown


con il mio cuore.
Ma lui non è solo,
è in compagnia di tutto ciò che ama.
Vorrei sentire
l'aria dolce della primavera
accarezzarmi il viso,
il vento tiepido dell'autunno
fra i capelli,
il tepore di un focolare,
le onde del mare in una giornata d'estate.
Vorrei sentire
il canto libero degli uccelli,
il profumo inebriante dei fiori,
il ridere dei bimbi,
una calda parola d'amore
per rendere meno solitaria
questa mia giornata.
(Rita B.
Cara amica
Pubblicato da
Unknown


Un passo lieve
nel sorriso colgo la finezza
intima del cuore.
A sera il passo è greve
la stanchezza ti assale
ma il sorriso
non ti abbandona mai.
Lui parla per te
non si può non volerti bene
amica mia cara.
(Rita B.)
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